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AttivitA' di recupero in Siria

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Nel 2020 la casa della missione archeologica di Tell Afis a Saraqib è stata riaperta dalla Direzione delle antichità per recuperare i materiali ancora presenti nei magazzini dopo la devastazione occorsa durante il conflitto bellico.

Questi materiali, essenzialmente ceramica, litica, ossa e campioni paleobotanici, sono stati trasferiti all’interno del museo di Marrat al-Nouman, anch’esso danneggiato nel corso della guerra.

Nel 2021 è stata compiuta da parte degli archeologi dell’Università di Firenze una missione di controllo e primo intervento di salvaguardia su questi materiali dentro tale museo con la sistemazione preliminare di 140 casse allo scopo di predisporne il trasferimento al museo di Hama. Nel dicembre del 2021 la casa stessa della missione è stata oggetto di un sopralluogo da parte delle due codirettrici dello scavo per verificarne le condizioni e i danni subiti.

Nel 2022 sono stati realizzati due interventi di censimento e riorganizzazione del materiale trasferito nel museo di Hama con la collaborazione del personale locale dell’istituzione.

In queste occasioni si è anche avviato una serie di interventi di restauro su alcuni vasi di particolare interesse.

Nel 2023 e 2024 un piccolo gruppo composto da vecchi (C. Felli, G. Minunno e S. Soldi) e nuovi (S. Bartolozzi, E. Bolognesi, M. Cioli, A. Fontini, F. Lentini, F. Mandorino, R. Rosati, L. Siciliano) membri della missione dell'Università di Firenze con S. Mazzoni e S.M. Cecchini hanno completato il censimento dei materiali che si sono conservati di Tell Afis e dei siti della ricognizione del Jazr all'interno dei magazzini del museo di Hama.

Nel settembre del 2024 una presentazione del lavoro è stata allestita all'interno del museo mentre una serie di pannelli con la storia degli scavi di Tell Afis e i maggiori risultati raggiunti sono stati collocati all'esterno della struttura.

 

Storia di Tell Afis

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La pianura e le aree collinari intorno a Tell Afis sono state abitate sin dalla preistoria (Afis I). I primi gruppi umani vi arrivarono dalla Rift Valley lungo il percorso del fiume Oronte e, attraverso gli wadi che si aprivano verso il Ruj (la diramazione orientale della valle dell’Oronte), si insediarono su alti terrazzi naturali sfruttando ripari di un ambiente propizio per la caccia e la raccolta dei vegetali. Quando l’agricoltura divenne la principale strategia di sussistenza, nel Neolitico, agricoltori e allevatori si diffusero gradualmente verso le fertili piane interne e insediandosi nella regione di Tell Afis. Un primo insediamento vi fu qui fondato nel Tardo Neolitico su uno sperone calcareo naturale che permetteva di dominare la fertile piana alluvionale a nord e le vie di comunicazione verso il Mediterraneo a ovest e le regioni di Aleppo e dell’Eufrate a est. Nel corso del Tardo Calcolitico (4000-3300 a.C.) il villaggio di Afis (Afis II), crebbe fino a diventare una cittadina circondata da un massiccio muro a scarpata (M.1155). Il muro è stato messo in luce per una lunghezza di 25 m, ed era conservato in altezza fino a 4 m.; il piano antistante era considerevolmente in pendio verso la zona della città bassa, ed è probabile che un fossato poco profondo corresse di fronte al muro stesso, raccogliendo l’acqua piovana di ruscellamento allo scopo di immagazzinarla. I materiali, specialmente ceramici, assegnano questa sequenza alle fasi del Tardo-Calcolitico 2-3 locale, che si devono datare prima dell’espansione della popolazione della Mesopotamia meridionale (cultura Uruk) lungo l’Eufrate (che attualmente viene posta tra la metà e la fine del IV millennio a.C. (periodi Medio- e Tardo-Uruk). La cittadina crebbe lentamente nel corso del III millennio, durante il Bronzo Antico I-IV (Afis III-IV), e nel II millennio, durante il Bronzo Medio (Afis V) e Tardo (Afis VI). Tracce sparse dell’occupazione del Bronzo Antico I sono state individuate appena al di sopra dei detriti del muro calcolitico, mentre mancano evidenze del Bronzo Antico II. L’area dell’acropoli fu occupata nuovamente nel Bronzo Antico III finale e nel Bronzo Antico IV A (2400-2250 a.C.) e nel Bronzo Antico IV B (2250-2000 a.C.: Afis IV). In questa ultima fase la cittadella era circondata da un muro spesso 1.8 m, rinforzato da un rampart coperto da un glacis (individuato nell’area N2), con grandi pietre a copertura della base. Un’unità domestica occupava la zona occidentale dell’acropoli (area E2). In una fase successiva dello stesso periodo, questa unità domestica fu ristrutturata e ampliata. In una fase seguente, di transizione tra Bronzo Antico e Bronzo Medio, l’area venne riconvertita in un complesso artigianale per la produzione ceramica, che rimase in funzione nel periodo successivo, il Bronzo Medio I (2000-1850 a.C.). Alcuni ambienti con le loro installazioni domestiche erano separati da una strada con acciottolato. Nel Bronzo Medio I-II (Afis V) il sito fu potentemente fortificato ancora una volta, raggiungendo la stessa estensione complessiva del tell attuale. L’altura centrale fu recintata da mura nel Bronzo Medio I B-II A (1850-1700 a.C.), costituito da un muro in mattoni conservato (Area N1) fino a 5 metri di altezza, contro il quale fu poi addossato un glacise anche la città bassa fu circondata con uno spesso muro di mattoni, documentato nell’area B1, all’estremità settentrionale del tell. Sul margine di queste mura sono state individuate sei tombe. Il sito sperimentò probabilmente un momento di rigoglioso sviluppo nel periodo paleosiriano, intorno al 1800 a.C., quando Ebla era la potente capitale della regione. Il Bronzo Medio I-II fu per la pianura un periodo di grande sviluppo e densità insediativa. Alcuni villaggi distavano solo pochi km da Afis, mentre altri si trovavano ai margini della piana sulle vie di comunicazione verso il nord. Il passaggio dal Bronzo Medio al Bronzo Tardo è documentato solo da tre inumazioni nell’area N2 e due nell’area E3, il che forse documenta una una crisi nell’occupazione del sito durata fino all’inizio del Bronzo Tardo I (1500-1400), quando nell’area furono scavate delle tombe sparse, contenenti resti infantili con corredi composti da semplici oggetti. Fu soltanto nel Bronzo Tardo II (1300-1200 a.C.: Afis VI) che il sito riprese importanza e il suo impianto urbano venne ripianificato. L'area E4 ha prodotto una sequenza coerente dal Bronzo Tardo II, fornendo una serie di contesti primari con relativi materiali, che illustrano l’orizzone culturale dell’area specialmente per quanto riguarda la tecnologia ceramica, che era caratterizzata da ceramica comune “di massa” e standardizzata. Nella fase VII (Area E4) vi fu costruito una residenza importante che ha restituito un piccolo archivio di testi ittiti e khurriti e che si data alla metà del XIII secolo; sigilli e oggetti in bronzo documentano, nel periodo del dominio ittita nella regione, l’intensificarsi di contatti internazionali. Nella fase VI, all’edificio abbandonato si sovrappone una grande area aperta, ricca di numerose istallazioni funzionali, forni e focolari e resti di attività industriali. Nella fase Vc-b l’intera area subì una ristrutturazione, con tre vaste residenze separate da una strada con acciottolato. L’Edificio B, a sud della strada, è stato denominato anche “Edificio a pilastri”, quello a nord “Residenza (A)” (300 metri quadrati). Il terzo edificio era adiacente alla “Residenza”, a nord.

 

Nel corso dei secoli finali del II millennio, e all’inizio del I, l’importanza di Afis nella regione si accrebbe, probabilmente grazie alla sua posizione sulle vie di comunicazione tra il Mediterraneo e l’Eufrate. La città bassa raggiunse la massima densità insediativa tra IX e VII secolo a.C., mentre l’acropoli fu occupata da edifici cerimoniali e residenziali dal XII al VII secolo, dunque sostanzialmente per tutta l’Età del Ferro. Per questo lungo periodo Afis fornisce attualmente la più lunga e completa sequenza insediativa nota in Siria, colmando la lacuna (un tempo detta “Età Oscura”) tra il Bronzo Tardo e il Ferro I. Questo fu un periodo cruciale per la storia di Siria e Mesopotamia: elementi siginificativi furono l’emergere delle tribù aramee, la loro lenta integrazione nella società urbana e, infine, la loro ascesa al potere politico. Dal X all’VIII secolo a.C., fino all’epoca della conquista Assire, una rete di unità statali più o meno estese (alcune delle quali rette da signori legati alla dinastia reale ittita, altre dagli Aramei) partecipò a una rinascita economica e culturale della regione. Nell’area E, l’occupazione più antica del Ferro I (Ferro I A) presenta solo indizi di sparsi e occasionali riutilizzi delle rovine degli edifici del Bronzo Tardo II (fase Va dell’area). Campioni di semi combusti analizzati al C14 hanno fornito per questa fase una datazione calibrata al 1280-1130 a.C. Nelle fase seguenti dell’area (fasi IVc-a, Ferro I B) viene edificata una nuova unità abitativa, ben strutturata, con edifici che si aprono su strade con acciottolati. L’ultima fase (Ferro I C) è contrassegnata da un fitto agglomerarsi di abitazioni sul pendio occidentale dell’acropoli. Densamente occupati, in questo periodo, erano anche la zona est dell’acropoli (area G) e il suo pendio orientale (area N). Durante l’Età del Ferro II-III (900-600 a.C.) il sito subì un’ulteriore ripianificazione e le sue dimensioni aumentarono: una vasta città bassa si espandeva alle pendici dell’acropoli ed era cinta da mura urbiche esterne. Edifici pubblici monumentali furono eretti sulla sommità della collina, sui resti rasati delle unità domestiche del Ferro I. Questi lavori edilizi furono verosimilmente patrocinati dalla nuova élite politica che aveva assunto il potere con l’ascesa degli Aramei nella Siria settentrionale. Nell’area A è stata individuata una successione di almeno tre edifici identificabili come templi in funzione dal tardo Ferro I (Tempio III) al tardo Ferro III (Tempio I); l’ultimo dalle possenti fondazioni in pietra, tripartito con vani laterali e torri sulla fronte, ci ha restituito resti del suo arredo, minuti frammenti di statue basaltiche e di una stele iscritta in aramaico, oltre a incensieri dipinti e elementi architettonici invetriati. Ad est del Tempio I sono state individuate tracce relative alla sequenza di un altro edificio monumentale (VII sec. a.C.). Un ulteriore edificio pubblico occupava l’altura orientale dell’acropoli: si tratta di una struttura unica ed enigmatica, un’area a cielo aperto quasi quadrata (denominata “Corte quadrata”), con mura perimetrali in mattoni, in parte interrata, e pavimentata a ciottoli. La Tell Afis aramaica può identificarsi con la città di Hazrek, menzionata in fonti testuali dalla metà del IX alla metà dell’VIII sec. a.C. come capitale del regno di Hamath e Lu’ash. Una stele in basalto frammentaria scolpita con l’immagine di una figura forse regale e con una lunga iscrizione in aramaico (oggi al Louvre a Parigi), rinvenuta nel sito nel 1908 cita la ricostruzione della città e la strenua difesa compiute dal re Zakkur contro una coalizione capeggiata da Bar-Hadad, re di Damasco, e Bar-Gush, re di Bit-Agushi, forse con l’appoggio degli Assiri. Il re assiro Adad-Nirari III definì il confine tra Atarshumki di Arpad e Zakkur di Hamath intorno al 796 a.C. Hazrek (chiamata Hatarikka nelle fonti assire e Hadrach nella Bibbia) fu conquistata nel 738 a.C. e divenne un centro provinciale dell’impero assiro. Nella tarda Età del Ferro la città si estese ampiamente a sud e a est dell’acropoli, coprendo un’area già interessata, ma in maniera sparsa, nel Bronzo Medio. Il periodo achemenide è poco documentato a Tell Afis, mentre alcuni siti della pianura (Tell Serji, Tell Nuwaz) ne conservano maggiori evidenze archeologiche.

 

 

Storia degli scavi

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Tell Afis si trova al margine settentrionale della pianura di Idlib, 11 km a nord di Tell Mardikh/Ebla. I primi scavi sul sito furono condotti nel 1970, 1972 e 1978 dalla Missione Archeologica Italiana dell'Università di Roma "La Sapienza", diretta da Paolo Matthiae. Le ricerche si concentrarono sull'acropoli, dove furono individuati i resti di un vasto edificio (in seguito identificato come Tempio A I) e di unità domestiche densamente distribuite, che suggerivano un'ampia occupazione durante l'Età del Ferro. Nel 1986 ha avuto inizio, sotto la direzione di Stefania Mazzoni, un nuovo progetto di ricerca congiunto (con la partecipazione delle Università di Firenze, Pisa, Bologna e Roma "La Sapienza"). Sebbene l'obiettivo principale fosse l'indagine sui livelli dell'età del Ferro, le ricerche hanno indagato anche le fasi precedenti. Sono state progettate numerose aree di scavo: nella città bassa a sud (aree D1-D2) e a nord dell'acropoli (Aree B1-B3, F, H, M), sul fianco occidentale (Aree E1-E4) e su quello orientale (Aree N1-N2) dell'acropoli stessa, e sulle sommità occidentale (Aree A1-A3, J) e orientale (Aree G, L). Il progetto, proseguito ora da OrMe (Fondazione per l'Oriente Mediterraneo) e dall'Università di Firenze, sempre sotto la direzione di Stefania Mazzoni, include la ricognizione sul territorio di Afis: la piana alluvionale (detta Jazr in epoca medioevale) limitata ai margini meridionale e settentrionale dalle pendici dei monti Zawiye e Seman, ai lati occidentale e orientale dal bacino del Ruj e dalla depressione del Nahr el Quqeiq. Sia gli scavi che la ricognizione hanno fornito documentazione della lunga e continua occupazione di questa piana fertile e nodale dal Tardo-Neolitico.

 

Progetto e presentazione della missione

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Tell Afis è un sito multifase con una lunga storia di sviluppo urbano: sorge nel Tardo Calcolitico (IV mill. a.C.) come fortezza per il controllo della fertile piana agricola del Jazr, crocevia tra Mediterraneo e steppa interna, diviene poi città popolosa e fortificata nel Bronzo Antico e Medio (III-II mill. a.C.), e infine capitale e centro sacro degli Aramei nell’Età del Ferro (I mill. a.C.). Il progetto archeologico è stato di conseguenza mirato a portare alla luce e documentare questa complessa sedimentazione di fasi e sviluppi, e insieme analizzare dinamiche ambientali e adattive, strutture materiali e tecnologiche delle comunità che vi hanno abitato. Il progetto ha incluso tre distinte operazioni, che sono state realizzate in lunghe campagne archeologiche annuali in Siria, tra il 1986 e il 2010: gli scavi sul sito di Tell Afis, la prospezione di superficie nel territorio circostante e il lavoro di documentazione e studio dei materiali. 

Gli scavi sono stati mirati a due obiettivi principali: in primo luogo ricostruire la sequenza di occupazione del sito, ovvero la sua storia, iniziando dall’Età del Ferro (I mill.) e dalle sue fasi interne di sviluppo regionale; in secondo luogo portare alla luce in estensione gli edifici e i relativi depositi documentari di fasi archeologicamente rilevanti. La messa in luce di una lunga e ben conservata stratificazione di quartieri con abbondante ceramica in contesto hanno permesso di definire per il I millennio a.C. una nuova sequenza culturale di Ferro IA-C, IIA-B,-III, oggi largamente adottata per la Siria di questo periodo. Le intense e lunghe campagne di scavo hanno inoltre portato alla luce l’area sacra monumentale dell’acropoli di Ferro II-III, ma anche un importante edificio direzionale con il suo piccolo archivio di tavolette cuneiformi ittite del Bronzo Tardo II (1300-1200 a.C.), fortificazioni e strutture del Bronzo Medio (1800-1600 a.C.), un quartiere industriale dell’età di transizione tra Bronzo Antico e Bronzo Medio I (2100-1900 a.C.), ambienti di stoccaggio del Bronzo Antico III e IV (2500-2200 a.C.) e infine un tratto delle mura ciclopiche a scarpata del Tardo Calcolitico (4000-3700 a.C.) che documentano un processo protostorico di centralizzazione che non ha confronti nella regione. La prospezione di superficie è stata concentrata nella piana alluvionale del Jazr e nelle aree collinari prospicienti; ha permesso di rilevare siti di fasi diverse e delineare uno sviluppo della prima frequentazione neolitica e calcolitica a ovest nelle aree collinari e un successivo ampliamento nella piana del Jazr e verso la steppa orientale tra fase Tardo Calcolitica e Età del Ferro, con interne fluttuazioni nei vari periodi. Le caratteristiche geo-morfologiche, ambientali e insediative di questa regione documentano un intenso uso agricolo della piana centrale, con preminente coltivazione di cereali (specie orzo), mentre le aree collinari occidentali appaiono specializzate nell’olivicoltura e la steppa a est in un’agricoltura integrata con un allevamento semi-mobile di caprovini su circuiti micro-regionali, intorno ai villaggi, e macro-regionali a carattere stagionale. Le analisi paleobotaniche documentano la prevalenza di orzo e olive. Questi dati confermano l’importanza dello sfruttamento agro-pastorale del territorio come base del lungo sviluppo antico, e anche attuale, di Afis. La terza operazione del progetto ha avuto e ha ancora come oggetto la schedatura e archiviazione dei dati; le analisi archeologiche e archeometriche dei materiali e dei residui paleobotanici e paleozoologici, le analisi al C14, le analisi geo-chimiche sulla ceramica e residui di cottura e sui metalli. Esse sono state in gran parte avviate durante le campagne di scavo e sono oggi in via di completamento e pubblicazione. Le attività del gruppo di ricerca di Tell Afis sono oggi concentrate sulle operazioni di scansione e digitalizzazione degli archivi presenti nel laboratorio di Archeologia Orientale dell’Università di Firenze, destinati poi a essere trasmessi agli archivi centrali della Direzione Generale delle Antichità e dei Musei di Siria. Le attività di monitoraggio del sito di Tell Afis, del suo territorio con i siti censiti dalla prospezione, e del Museo di Idlib proseguono con costanza in modo da preparare quando possibile azioni mirate alla loro conservazione.

Il progetto è sostenuto dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (DGSP VI), dalla Fondazione OrMe Oriente Mediterraneo, dall’Università di Firenze. Insieme hanno contribuito alla sua realizzazione le Università di Pisa, di Bologna, di Roma la Sapienza, di Sassari, l’Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico e l’Istituto per le tecnologie applicate ai Beni Culturali del CNR. Le attività della missione di Tell Afis sono state sempre sostenute e rese possibili dalla Direzione delle Antichità e dei Musei di Siria, dai suoi ispettori presso la missione, dai funzionari dei Musei di Idlib e di Aleppo, dai nostri guardiani sul sito e dai molti operai che hanno lavorato con noi giornalmente per anni; la loro amicizia e devozione rimangono per tutti noi un ricordo indelebile.

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Strutture area A

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L’Area A è posta sulla sommità occidentale dell’acropoli di Tell Afis. Vi è stata messa in luce una serie di templi che fornisce un importante testimonianza dell’architettura sacra in Siria nellìEtà del Ferro I–III. Questa epoca, dall’XI al VII-metà VI secolo a.C., vede più di cinque secolo di utilizzo continuato e di ripianificazioni del tempio principale della cittadella, e la sua graduale trasformazione in un complesso sacro con annessi e installazioni cultuali. Al termine di questo sviluppo, nel Ferro III, il santuario occupava la parte centrale dell’acropoli, con una chiara articolazione di strutture cultuali che documentano funzioni diverse per riti diversi. Due edifici costruiti uno sopra dell’altro (AIII.2 e AIII.1) appartengono all’Età del Ferro I. Entrambi consistevano di una sala con accesso aperto a sud e, probabilmente, due file parallele di pilastri o colonne che sostenevano il tetto. Un podio squadrato, intonacato, si trovava verso il centro del vano più recente. Si trattava probabilmente di un tempio in antis. I materiali rinvenuti dei due templi rappresentano un insieme coerente di vasellame per funzioni rituali. Il tempio più antico dell’Età del Ferro I finora documentato nell’area A era dedicato probabilmente a un dio della tempesta. Durante l’Età del Ferro II fu probabilmente costruito un nuovo tempio (il Tempio AII), le cui fondazioni in pietra furono sovrapposte ai muri orientale e occidentale del tempio dell’Età del Ferro I. In seguito, il Tempio AI fu edificato direttamente al di sopra di esso e lo incorporò nelle proprie fondamenta. Il Tempio AI era un edificio monumentale, i cui muri esterni avevano possenti fondamenta molto profonde, realizzate con grossi blocchi di calcare e di basalto, posati su molteplici corsi, separati da strati di ciottoli. Era un edificio indipendente, tripartito, di 38/32×28 m. Sulla facciata meridionale l’ingresso era inquadrato da massicce torri. Il livello del pavimento del vano lungo centrale era di 1.67 m al di sopra del livello dell’ingresso meridionale. Pertanto la parte interna, e più sacra, del tempio doveva elevarsi a una quota superiore a quella del resto della struttura. La pianta longitudinale tripartita con ingresso assiale sul lato corto appartiene alla tradizione locale, mentre i vani laterali e le torri sulla fronte costituiscono una variante caratteristica che combina il modello locale con tradizioni imperiali importate; è molto probabile che il tempio salomonico a Gerusalemme fosse basato su modelli templari dello stesso carattere interculturale. L’area del vestibolo era coperta da uno spesso strato di detriti, tra i quali un frammento di stelel con iscrizione aramaica che menziona il nome Hazael, probabilmente da identificare col re di Aram del tardo IX secolo a.C. Della decorazione esterna del tempio potrebbe essere stato parte l’ampio corpus di imbuti” di ceramica, con una estremità rivestita da uno smalto azzurro-biancastro e con una protuberanza a forma di corno, rinvenuto nell’area circostante l’edificio. La facciata del Tempio AI era certamente decorata con mattoni cotti. Di fronte alla facciata, e lungo il lato occidentale dell’edificio si trovava la Piazza F. I suoi piani originali sono stati rinvenuti coperti da uno strato piuttosto regolare e profondo di materiali derivanti dal collasso dei mattoni dei muri perimetrali del tempio. La Piazza F, col suo bianco piano intonacato, si estendeva per 30 m a sud del tempio. La Piazza F era fiancheggiata da edifici e strutture (Unità H) che costituivano annessi del tempio. L’Unità H includeva due vani quadrati (H2 e H3), un ampio silo sotterraneo in mattoni crudi (H1), intonacato, e due strutture circolari seminterrate (H4–5). Una strada a est del Tempio AII divideva questo edificio da una struttura che è stata denominata Terrazza J, nell’area A2. Di questo edificio sono state individuate due sottofasi edilizie (JII.1 e JII.2), entrambe relative all’Età del Ferro II. Nella prima fase la terrazza, in mattoni crudi, misurava 18.40x4.70 m. Il muro occidentale e quello settentrionale erano rinforzati da file di blocchi di calcare, e blocchi di calcare decoravano la faccia meridionale del muro ovest. Nella fase successiva la terrazza fu rialzata ed ampliata con una aggiunta in mattoni crudi, estendendone la larghezza totale a 6.60 m. Sulla terrazza sono state rinvenute tre installazioni rituali. A est a a sud della Terrazza J si trovavano due aree aperte, mentre un’altra strada correva lungo il suo lato settentrionale. A nord dell’A1, nell’Area A3, quattro quadrati sono stati scavati nel 2003. Vi sono stati messi in luce due ambienti che si aprivano su uno spazio aperto. Uno dei vani era attrezzato per attività di produzione tessile, mentre nello spazio aperto si svolgevano attività relative alla preparazione e alla cottura di alimenti. Questo edificio, databile al Ferro III, rimase in uso fino alla fase di transizione all’Età Persiana.

 

Strutture area B

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L'Area B si trova nella zona settentrionale di Tell Afis. Nel 1999 fu aperta una lunga trincea (20x5 m), ampliata nel 2000 e nel 2001, che portò alla luce tratti consistenti delle mura urbiche, di una porta e di edifici dell'Età del Ferro II e delle mura del Bronzo Medio I-II. Nell'area B1 le mura del Bronzo Medio, esposte per una lunghezza di 30 m e uno spessore di 8 m, erano conservate fino ad un'altezza di circa 2 m. Costruite sul suolo vergine, erano costituite da una doppia cortina: quella interna presenta fondazioni in pietrame di dimensioni medie e grandi, con soprastruttura in mattone crudo, mentre quella esterna è costituita soltanto da mattoni crudi. All'esterno delle mura, a un livello inferiore, si trovavano anche alcune sepolture con corredi ceramici e una figurina femminile nuda con orecchini in argento. Sopra queste mura nel Ferro II fu costruito un edificio che ha restituito bella ceramica, poi distrutto e sigillato nel Ferro III dalle mura della città di questa fase (area B2). Spesse fino a 5.4 m, costruite interamente in mattoni crudi, queste mura sono state portate alla luce per una lunghezza di 15 metri. Verso est, due strutture contrapposte, in mattoni crudi su fondazioni in pietra, potrebbero essere identificate come i contrafforti esterni della porta urbica del Ferro II-III. A nord delle mura (area B3), gli scavi hanno esplorato i resti di un’abitazione con piccoli vani, che potrebbe essere parte della casa individuata nell’Area B2. A est si apriva una corte in cui si trovavano un silo e una banchina quadrangolare di mattoni, parte di un’installazione tessile (probabilmente un telaio verticale), identificabile per la presenza di numerosi pesi da telaio. A sud delle mura correva una strada che delimitata un quartiere di abitazioni.

 

Strutture area G

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L'area G si trova nella zona orientale dell'acropoli, circa 25 m a est della Terrazza J. Qui è stato rinvenuto un edificio particolare, la cui funzione è tuttora ignota. Può essere datato all'epoca del Ferro II (sulla base dei frammenti di ceramica che sono stati trovati sul pavimento, sotto i muri collassati internamente). Questo edificio fu realizzato scavando nei livelli del Ferro I su un area di 20x20 m per una profondità di almeno 5 m. I lati furono tagliati con una lieve inclinazione e rivestiti con muri di mattoni crudi, più sottili alla base (1.8 m) che alla sommità (2 m), senza fondamenta. I mattoni erano biancastri, arancioni, rossi e amaranto, a sezione per lo più quadrata (30x30x10 cm) ma talvolta rettangolare (40x30x10 cm). I muri erano presumibilmente alti 8 m e probabilmente emergevano per almeno 3 m sul terreno. Comunque, non è stata trovata traccia di entrate o scale, nè di legno nè in mattoni crudi. All'altezza del secondo corso di mattoni dal basso fu stesa una pavimentazione ad acciottolato. L'edificio deve avere avuto una vita assai breve, o potrebbe addirittura non essere mai stato completato. Divenne quindi una discarica, dal periodo assiro probabilmente fino a quello neobabilonese. La discarica, comunque, dovette avere un carattere speciale, poichè conteneva centinaia di ossa, resti ceramici (molti dei quali relativi a vasi in Red Slip) e oggetti quali una statuetta di smiting god in bronzo, un frammento di scultura in basalto rappresentante il muso di un leone, un manico di brocca con l'impressione di un sigillo reale con uno scarabeo a quattro ali, e tre ostraca aramaici incisi, uno dei quali reca i caratteri []lwr. Una funzione originaria dell'edificio quale cisterna o deposito sembra da escludere per la mancanza di intonaco sulle pareti e per la mancanza di ogni traccia di un tetto. La sua distruzione può essere legata alla conquista assira sotto Tiglatpileser III.

 

Strutture area D

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L’area D si trova nella città bassa meridionale, ed è stata indagata allo scopo di esplorare i livelli dell’Età Ferro, la cui presenza era suggerita dalla ceramica di superficie, databile esclusivamente a questo periodo. Nei quadrati DpsII17-13 si è riportata alla luce una successione di 6 livelli che appartengono allo sviluppo di quello che sembra uno stesso edificio unitario. Il livello 4 è quello meglio conosciuto: in questo periodo, in cui la sua estensione superava certo i 20 x 25 metri, l'edificio era apparentemente suddiviso in tre aree funzionali: 1) il settore meridionale, costituito da una serie di piccoli ambienti destinati all’immagazzinamento (uno di essi, L. 494, fungeva da cucina); 2) l'area centrale, occupata da una corte quadrata sulla quale si apriva ad ovest un corridoio lastricato, ricoperto, in un rifacimento della stessa fase, da una pedana di mattoni; 3) il settore settentrionale, con un ambiente (L. 504) destinato alla preparazione di alimenti. Si tratta forse di una struttura destinata ad attività centralizzate di immagazzinamento. È ipotizzabile che i livelli 5-6 datino all'età immediatamente pre-assira, la fase di ricostruzione del livello 4 alla prima trasformazione sotto la provincia assira, mentre i livelli 3 e 2 costituirebbe l’ultimo sviluppo nel periodo pienamente assiro di occupazione della città. Nell’area D, ad est dell’area scavata (quadrati EcII17-18) è stato anche praticato un sondaggio stratigrafico, che ha individuato sette livelli successivi, con strutture sovrapposte, e recuperato interessanti materiali.

 

Strutture area E

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L'area E si trova sul pendio occidentale dell'acropoli. Nell'area E1, a nord, è stata realizzata una slope trench (1988-1992) che ha portato alla luce 26 livelli. Qui un robusto muro (M.1155), conservato fino a 4 m di altezza, è stato esposto per una lunghezza di 25 m. Questo muro cingeva il villaggio di Afis durante il Tardo Calcolitico (4000-3300 a.C.). Sigilli a stampo e cilindrici documentano l'emergere di attività amministrative. Si è rinvenuto anche un successivo, possente muro esterno (M.1115) databile all'epoca del Bronzo Medio. Esso consisteva in una fondazione in grandi blocchi con un riempimento di piccole pietre, ciottoli e cocci, sulla quale si elevava una solida sovrastruttura in mattoni crudi, cui si aggiungeva sull'esterno un secondo muro, più basso. Modifiche successive trasformarono ampiamente questo muro: in una fase antica esso era largo 1.60 m e aveva un piccolo ingresso dotato di una soglia realizzata con lastre ben lavorate. Successivamente la larghezza del muro fu estesa a 3.50/4.00 m tramite l'aggiunta di un secondo muro di sostegno. L'ingresso più antico fu murato e sostituito da un ingresso a gomito. Si è individuato anche un denso agglomerato domestico del Ferro I, con un'ampia corte scoperta circondata da strutture abitative e da un edificio rettangolare che potrebbe avere avuto funzioni cerimoniali o cultuali. Nell'area E2è stata indagata un'unità domestica del Bronzo Antico. Le case erano dotate di installazioni per la lavorazione della selce e della ceramica. Un laboratorio ceramico databile alla fase di passaggio tra Bronzo Antico e Bronzo Medio è stata esplorata nell'area E3. Vi era un ampia fornace verticale, una seconda fornace, più piccola, rivestita di argilla rossa e ciottoli, e altre due fornaci connesse a queste. Esse erano in rapporto, a est e a nord, con dei vani forniti di installazioni, forni, fosse, focolari e piattaforme. Questa unità era ancora in uso nel periodo successivo, il Bronzo Medio I (2000-1850), quando vani con installazioni domestiche erano separati da una strada acciottolata. L'area E4 fornisce una sequenza coerente per il Bronzo Tardo II e offre un complesso di contesti primari con materiali ben contestualizzati. Della fase più antica (fase VII della sequenza interna dell'area) sono stati messi in luce sei vani appartenenti a una notevole residenza. I vani più occidentali erano probabilmente dei bagni, con pavimenti costituiti da uno spesso intonaco biancastro steso su una preparazione in pietra; il vano più a nord era una cucina dotata di "tannur", un forno per il pane. Dalla residenza proviene anche un piccolo archivio di testi ittiti e hurriti, datati alla metà del XIII secolo; sigilli e oggetti di bronzo testimoniano le crescenti relazioni internazionali sotto i dominio ittita nella regione. Nella fase successiva (fase VI) l'area era scoperta, con una piccola unità fornita di forno e numerosi focolari destinati a un'attività industriale. Nella fase Vc-b l'intera area fu riedificata, con tre ampie residenze (A, B, E) separate da una strada acciottolata. A sud della strada si trovava l'Edificio a Pilastri (B), a nord la Residenza(A), un edificio di 300 metri quadri; il terzo edificio (E) era adiacente a nord alla Residenza. L'Edificio a Pilastri comprendeva un vano di 9x7 m diviso in due settori da una fila di 6 pilastri di pietra, con due vani minori sul lato meridionale. Il settore occidentale, accuratamente intonacato, conteneva un tannur e delle giare da conservazione. A nord della strada, la Residenza (A) era un edificio di 300 quadrati. L'ingresso principale, che si apriva a sud sulla strada, era decorato sul lato occidentale da nua bassa colonna di pietra e aveva la soglia e gli stipiti di pietra. Dal lungo vano frontale si accedeva, con asse a gomito, attraverso una porta fiancheggiata da monoliti di calcare alti 2 m, a una corte protetta sul lato occidentale da un ampio portico, di cui era ancora in posto la soglia in legno e ciottoli. Una scalinata conduceva a un piano superiore o una terrazza, mentre un'altra porta si apriva su un cortile interno.

Uno spesso livello di distruzione copriva i piani con travi bruciate e i resti collassati del tetto di canne che avevano sostenuto. Dell'edificio adiacente alla Residenza a nord (Edificio E) sono stati messi in luce solo tre piccoli magazzini: quello orientale, con pavimento intonacato, era occupato da giare da conservazione. Le rovine degli edifici del Bronzo Tardo II furono riutilizzate nella fase più antica del Ferro I (fase Va, ca. 1280-1130 a.C), mentre una nuova unità domestica, ben pianificata e costeggiata da strade acciottolate, fu costruita nel Ferro IB (fasi IVc-a, 1130-1050 a.C.). Le case consistevano in file di piccole stanze aperte su cortili interni, realizzate con muri ben costruiti su fondamenta in pietra e con stipiti e soglie di pietra.

 

Materiali area A

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Kernos dall’interro del tempio III.1 (Età del Ferro I), nell’area A1Est. Sono conservate tre delle originarie cinque coppe, e una protome di toro; tutte sono in comunicazione con l’interno cavo dell’anello tramite dei fori (1050-950 B.C.). Nella stessa area sono stati rinvenuti i resti di probabilmente altri due altri kernoi. Attualmente, essi sono gli unici kernoi conosciuti per la Siria del Ferro I.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Stele basaltica frammentaria (24x7,8x5), rinvenuta nel 2002. L’iscrizione aramaica che vi è incisa menziona un Haza’el, probabilmente il potente re di Aram del tardo IX secolo a.C.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alcuni degli “imbuti” di ceramica che sono stati rinvenuti intorno al Tempio I (Età del Ferro III). La loro funzione è ancora sconosciuta, ma molto probabilmente erano inseriti nelle pareti del tempio. Misurano 20–25 cm, con un diametro di 10–15 cm; il corpo è fatto al tornio. In alcuni esemplari l’interno della parte piatta, fino al margine dell’orlo, ha un’invetriatura verdastra; la breve appendice verticale era applicata prima della cottura.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel silo circolare H1 è stata trovata una figurina di torello (TA.09.A1), realizzata in avorio rivestito di sfoglia d'oro. Questo oggetto era in origine parte del coperchio di una pisside. Lo stile dell'intaglio lo assegna al gruppo di avori nord-siriani di IX secolo detto “Flame and Frond” (i muscoli dei quarti posteriori sono resi da un'incisione a forma di fiamma).

 

 

Materiali area B

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Figurina fittile femminile (3,6x2 cm, h. 10 cm). Originariamente era dotata di quattro orecchini d’argento e di una collana di bronzo. Faceva parte del corredo funerario rinvenuto in una tomba a fossa del Bronzo Medio (US 5604), parzialmente sigillata dalle posteriori mura urbiche.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

Corredo ceramico da una tomba a fossa del Bronzo Medio I (US 3873). La coppa è stata rinvenuta rovesciata, all’altezza del torace dell’inumato. Il corredo funerario comprendeva anche due spilloni di bronzo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Orecchino d’argento (1,6 x 0,33 cm, pendente 0,75 cm) appartenente ad un tipo del Bronzo Tardo, ma rinvenuto in un contesto dell’Età del Ferro III nell’area B3.

 

 

 

 

 

 

Materiali area G

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Statuina maschile in bronzo, realizzata a stampo (6,6x1,2x4,2 cm), forse di Bronzo Tardo I.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

 

Impronta di sigillo a stampo su ansa di giara. L'impronta reca uno scarabeo a quattro ali e un'iscrizione che riporta il nome del proprietario (VIII secolo a.C.).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sonaglio in ceramica (5x5 cm). Conteneva dei sassolini che dovevano produrre il rumore e probabilmente appartiene al Ferro III.

 

 

Materiali area D

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Coppa con rappresentazione di una mano, in nefrite (6x2,2 cm, h. 2,5 cm). Proviene dal vano L.502, Livello 3. Alla base della coppa sono preservate quattro dita, rese in maniera piuttosto naturalistica. Un motivo accuratamente tracciato è inciso sotto l’orlo (tardo VIII secolo a.C.).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tavolino rituale di basalto (16x11,7 cm, h. 7,4 cm) dal Livello 3. Ha quattro gambe e, su uno dei lati brevi, due protomi taurine. La conca superiore era forse utilizzata per pestarvi delle essenze.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Figurina fittile di quadrupede, decorata con strisce e bottoni che probabilmente rappresentano anche dei finimenti (9,1x9,6x4,8 cm). Dal Livello 4, fine dell’VIII secolo a.C.

 

Materiali area E

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Tavoletta del Bronzo Tardo in Ittita cuneiforme, con istruzioni del funzionario ittita (EN KUR) sotto la cui autorità si trovava Tell Afis (rinvenuta in un contesto datato alla fase VII).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Coppa in stile Late Helladic IIIC:1b dall'area E4 (Età del Ferro IA), dipinta con spirali antitetiche, da un piano al di sopra dell'edificio A.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Statuetta di calcare di figura maschile seduta (22,5x9x12,5 cm), dall'area E1 (Età del Ferro IC). Come un'altra statuetta rinvenuta nell'area E4, appartiene alla classe chiamata "Stone Spirit". Erano forse immagini di antenati.

 

Il team: la Direzione

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Direttrice 

Direttrice della Missione Archeologica di Tell Afis è, dal 1986, Stefania Mazzoni. Formatasi presso l'università di Roma "La Sapienza", tra il 1968 e il 2000 ha partecipato agli scavi dell'Università di Roma a Tell Mardikh-Ebla, Tell Fray, Tell Tuqan e Tell Afis. Ha insegnato all'Università di Pisa (dal 1975; come Professore Associato dal 1980; come Professore Ordinario dal 2001) e Firenze (dal 2006). Attualmente è Direttrice della Fondazione OrMe-Oriente Mediterraneo e (dal 2008) della Missione Archeologica dell'Università di Firenze a Uşaklı Höyük (Turchia).

Nel quadro di vari progetti di cooperazione italo-siriana (programma europeo MEDA, convenzione università Pisa-Damasco, progetto Regione Toscana) ha organizzato corsi universitari e seminari di archeologia e archeometria in Siria, presso l’Università di Damasco, la Scuola di Archeologia e il Museo di Idlib della Direzione delle Antichità e dei Musei di Siria, l’Istituto Italiano di Cultura.

Le sue ricerche si sono orientate sull’analisi sia di temi generali, quali la formazione delle società complesse del Levante tra fase Calcolitica ed Età del Bronzo e l’affermazione e sviluppo della cultura luvio-aramaica nell’età del Ferro, sia di materiali specifici e diversi, dalla ceramica alla glittica, agli avori.

 

Vice-direttrice

Vice-direttrice della Missione di Tell Afis è, dal 1986, Serena Maria Cecchini, già docente di Archeologia del Vicino Oriente all'Università di Bologna.

 

Il team: missioni

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1986-1998

Lia Abbate, Pietro Alfonso, Corrado Alvaro, Maria Giulia Amadasi Guzzo, Alessadro Amadei, Alfonso Archi, Claudio Arias, Luca Ascari, Alessandra Avanzini, Maria Cristina Bandeira Dos Santos, Giorgio Bejor, Cristiana Bigazzi, Dominik Bonatz, Giovanni Boschian, Gianluca Buonomini, Francesca Burragato, Gilberto Calderoni, Orsola Canuti, S. Cappannelle, Annamaria Carruba, Teresa Caruso, Carlo Cataldi Tassoni, Orsola Cazzola, Sara Cazzoli, Barbara Chiti, Paola Ciafardoni, Paola D’Amore, Manuela Degli Esposti, Claudia De Gregorio, Elisabetta Donatello, Mario Epifani, Luca Fabiani, Roberto Falcone, Stefano Fontana, Jesus Gil Fuensanta, Daniela Gabarrini, Fausto Gabrielli, Renzo Galluzzi, J. A. Garcia Lenberg, Sauro Gelichi, Alessandra Giampietro, Deborah Giannessi, Annamaria Graziani, Gabriele Maria Ingo, Lorenzo Lazzarini, Marta Luciani, Giuliana Magazzù, Alain Maggioli, Francesco Mallegni, Maurizio Mariottini, Sergio Martelli, M. Massei, Emanuela Merluzzi, Maurizio Necci, M. Notari, Ida Oggiano, Laura Orrù, S. Pardini, Frances Pinnock, Elisabetta Prunas, Marina Pucci, S. Roccheggiani, Gabriella Scandone Matthiae, Carlo Scardala, Leonarda Scardala De Ninno, Sebastiano Soldi, Paolo Toccarelli, Carlo Tozzi, Carmen Valdes Pereiro, Fabrizio Venturi, Marco Verità, Claudia Wachter, Barbara Wilkens

 

1999

Lia Abbate, Giorgio Affanni, Cristiana Bigazzi, Orsola Canuti, Sara Cazzoli, Paola D’Amore, Claudia De Gregorio, Paolo Del Vesco, Mario Epifani, Candida Felli, Deborah Giannessi, Annamaria Graziani, Giuliana Magazzù, Alain Maggioli, Francesco Mallegni, Elisabetta Manisco, Sergio Martelli, Marwan Matermawi, Emanuela Merluzzi, Maurizio Necci, Ida Oggiano, Melissa Palsitti, Tatiana Pedrazzi, Marina Pucci, Gabriella Scandone Matthiae, Elena Scigliuzzo, Fabrizio Venturi, Filippo Virgilio, Barbara Wilkens

 

2000-2001

Giorgio Affanni, Giuseppe Aletta, Corrado Alvaro, Nicola Barattini, Sabrina Biagiotti, Cristiana Bigazzi, Valentina Billante, Gianluca Buonomini, Sonia Cammellini, Orsola Canuti, Sara Cazzoli, Barbara Chiti, William Collins, Paola D’Amore, Claudia De Gregorio, Paolo Del Vesco, Angelo Di Michele, Mario Epifani, Candida Felli, Deborah Giannessi, Annamaria Graziani, Ghassam Hajji Mohammed, Anas Hajji Zweidan, Marwan Matermawi, Giuliana Magazzù, Alain Maggioli, Francesco Mallegni, Francesco Manzi, Sergio Martelli, Valentina Melchiorri, Emanuela Merluzzi, Maurizio Necci, Francisco Nuñez Calvo, Ida Oggiano, Katia Parri, Tatiana Pedrazzi, Marina Pucci, Marco Repiccioli, Gabriella Scandone Matthiae, Elena Scigliuzzo, Sebastiano Soldi, Maria Luisa Uberti, Fabrizio Venturi, Daniele Vincenzi, Filippo Virgilio, Claudia Wachter, Barbara Wilkens, Wafa Zakkur

 

2002

Giuseppe Aletta, Corrado Alvaro, Gianluca Buonomini, Barbara Chiti, Paola D’Amore, Paolo Del Vesco, Angelo Di Michele, Candida Felli, Annamaria Graziani, Alain Maggioli, Sergio Martelli, Emanuela Merluzzi, Giuseppe Minunno, Maurizio Necci, Tatiana Pedrazzi, Gabriella Scandone Matthiae, Elena Scigliuzzo, Sebastiano Soldi, Fabrizio Venturi, Daniele Vincenzi, Filippo Virgilio, Claudia Wachter, Barbara Wilkens

 

2003

Giorgio Affanni, Giuseppe Aletta, Corrado Alvaro, Gianluca Buonomini, Serena Cenni, Paola D’Amore, Paolo Del Vesco, Angelo Di Michele, Mario Epifani, Candida Felli, Annamaria Graziani, Alessandra La Fragola, Giuliana Magazzù, Sergio Martelli, Marwan Matarmawi, Valentina Melchiorri, Susanna Melis, Emanuela Merluzzi, Giuseppe Minunno, Stefano Mirpourian, Maurizio Necci, Ida Oggiano, Tatiana Pedrazzi, Gabriella Scandone Matthiae, Elena Scigliuzzo, Sebastiano Soldi, Fabrizio Venturi, Daniele Vincenzi, Barbara Wilkens, Wafa Zakkour, Valentina Zizola

 

2004

Giorgio Affanni, Corrado Alvaro, Chiara Baraldi, Marco Brocchini, Gianluca Buonomini, Serena Cenni, Barbara Chiti, William Collins, Chiara Cucci, Paola D’Amore, Guido Della Lena Guidiccioni, Paolo Del Vesco, Angelo Di Michele, Mario Epifani, Ilaria Falzone, Candida Felli, Benedetta Fiorelli, Elisa Follis, Annamaria Graziani, Giuliana Magazzù, Andrea Maggi, Flora Magnani, Paolo Marini, Sergio Martelli, Mario Mascellani, Merwan Matarmawi, Valentina Melchiorri, Susanna Melis, Valentina Mencarelli, Emanuela Merluzzi, Stefano Mirpourian, Giuseppe Minunno, Ilaria Montis, Maurizio Necci, Costanza Odierna, Ida Oggiano, Alberto Palmieri, Tatiana Pedrazzi, Valentina Petri, Elisabetta Pezzi, Giovanni Procacci, Silvia Rinaudo, Marco Rossi, Chiara Salvador, Gabriella Scandone Matthiae, Elena Scigliuzzo, Sebastiano Soldi, Giacomo Tabita, Gianna Testardi, Chiara Ulivi, Fabrizio Venturi, Daniele Vincenzi, Filippo Virgilio, Barbara Wilkens, Wafa Zakkour, Valentina Zizola, Antonio Fernando Zoglio

 

2005

Giorgio Affanni, Corrado Alvaro, Chiara Baraldi, Marco Brocchini, Gianluca Buonomini, Barbara Chiti, Paola D’Amore, Claudia De Gregorio, Angelo Di Michele, Paolo Del Vesco, Ilaria Falzone, Candida Felli, Annamaria Graziani, Andrea Maggi, Paolo Marini, Sergio Martelli, Valentina Melchiorri, Valentina Mencarelli, Marco Merlini, Emanuela Merluzzi, Giuseppe Minunno, Ilaria Montis, Ida Oggiano, Tatiana Pedrazzi, Valentina Petri, Cristan Reggianini, Marco Rossi, Gabriella Scandone Matthiae, Aaron Werner Schmitt, Elena Scigliuzzo, Sebastiano Soldi, Fabrizio Venturi, Daniele Vincenzi, Filippo Virgilio, Valentina Zizola

 

2006

Giorgio Affanni, Lucia Angeli, Gianluca Buonomini, Salvador Chiara, Barbara Chiti, Chiara Cucci, Paola D’Amore, Claudia De Gregorio, Guido Della Lena Guidiccioni, Paolo Del Vesco, Angelo Di Michele, Candida Felli, Benedetta Fiorelli, Annamaria Graziani, Mirta Marsili, Sergio Martelli, Valentina Melchiorri, Marco Merlini, Giuseppe Minunno, Ilaria Montis, Valentina Petri, Cristian Reggianini, Silvia Rinaudo, Gabriella Scandone Matthiae, Luca Tepedino, Fabrizio Venturi, Daniele Vincenzi, Valentina Zizola

 

2007

Giorgio Affanni, Marina Bartalini, Gianluca Buonomini, Ilaria Carboni, Barbara Chiti, Paola Ciafardoni, Michele Criscione, Paola D’Amore, Nidal Debel, Guido Della Lena Guidiccioni, Federico Devoto, Angelo Di Michele, Alice Dini, Antonio Franco, Benedetta Fiorelli, Giovanna Tiziana Genna, Alberto Giannese, Annamaria Graziani, Clara Grifoni, Hassan Haj Yhya, Giuditta Kazantjis, Francesca Manclossi, Mirta Marsili, Sergio Martelli, Valentina Melchiorri, Giuseppe Minunno, Valentina Petri, Cristian Reggianini, Silvia Rinaudo, Lucio Roberti, Renata Schiavo, Sebastiano Soldi, Raffaele Trojanis, Fabrizio Venturi, Lorenzo Zurla

 

2008

Giorgio Affanni, Murat Akar, Silvia Bernardoni, Ilaria Carboni, Gabriele Carenti, Barbara Chiti, Paola Ciafardoni, Alice Costantino, Paola D’Amore, Giulia Dionisio, Mara Faggi, Benedetta Fiorelli, Antonio Franco, Annamaria Graziani, Clara Grifoni, Guido Della Lena Guidiccioni, Margherita Guidotti, Angelo Di Michele, Hassan Haj Yhya, Dino Lombardo, Francesca Manclossi, Valentina Melchiorri, Giuseppe Minunno, Silvia Rinaudo, Francesco Sponza, Raffaele Trojanis, Fabrizio Venturi

 

2009

Samer Amhaz, Marta Aquilano, Silvia Bernardoni, Francesco Bordo, Gianluca Buonomini, Marco Capardoni, Paola Ciafardoni, Federica Cusano, Margherita Dallai, Paola D’Amore, Paola De Vita, Federico Devoto, Alice Dini, Benedetta Fiorelli, Marco Fraschi, Annamaria Graziani, Cecilia Guastella, Federica Lume Pereira, Sergio Martelli, Giuseppe Minunno, Silvana Rubanu, Veronica Scandellari, Gabriella Scandone Matthiae, Francesca Simi, Chiara Spinazzi Lucchesi, Andrea Squitieri, Raffaele Trojanis, Fabrizio Venturi

 

2010

Barbara Chiti, Luigi Bellegoni, Francesco Bordo, Antonella Candido, Gabriele Carenti, Letizia Cavallini, Paola Ciafardoni, Paola D’Amore, Federico Devoto, Martina Di Marcoberardino, Alice Dini, Benedetta Fiorelli, Annamaria Graziani, Clara Grifoni, Hassan Haj Yhya, Sergio Martelli, Giuseppe Minunno, Silvana Rubanu, Simona Sabbatini, Francesca Simi, Chiara Spinazzi Lucchesi, Fabrizio Venturi, Barbara Wilkens

 

Bibliografia

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Materiali area N

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Bulla d'argilla (3,4x1,7x1,6 cm) con impressioni di un sigillo cilindrico paleobabilonese dall'area N1 (XVIII-XVII secolo).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sigillo cilindrico in pasta vitrea (1,8x1,2 cm; diametro del foro 0,4 cm), appartenente alla serie dei sigilli in Common Style mitannico e databile al XV-XIV secolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Figurina fittile femminile (12.1x4x2.2 cm) rinvenuta, insieme ad altre tre, in una sepoltura dell'area N2, databile tra fine la fine del Bronzo Medio IIB e l'inizio del Bronzo Tardo I).

 

 

Strutture area N

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L'area N si trova sul fianco orientale del tell. Nell'area N2 sono state individuati resti delle fortificazioni dell'acropoli del periodo del Bronzo Medio. Il muro di fortificazione pi antico (fase 3) è stato esposto per un'altezza di 4 m, ma non è stato possibile indagarne la larghezza. Fu edificato con mattoni di 36x36x10 cm. Nella fase seguente (fase 2) il muro fu rinforzato all'esterno tramite un muro supplementare, largo 1,20 m. Quando queste strutture caddero in rovina, furono sostituite (alla fine del periodo del Bronzo Medio, fase 1) da una nuova struttura: un rampart supplementare, conservato per un'altezza di 1,80 m, fu adagiato sulle mura precedenti. Esso era costituito da strati successivi di riempimento di spessore variabile, costituiti alternativamente da terra giallastra e argilla rossa. Il passaggio tra Bronzo Medio e Bronzo Tardo è documentato da tre inumazioni. Nel Bronzo Tardo i resti delle mura del Bronzo Medio furono pianeggiate per mezzo di uno strato di terra giallo-rossastra. Nell'area N1 sono state individuate tre fasi edilizie relative all'età del Bronzo Tardo. Nelle prime due fasi gli edifici costruiti lungo il margine esterno dell'acropoli probabilmente formavano una cinta di mura interconnesse che dava protezione alla cittadella. Nella fase più tarda (Bronzo Tardo II) fu costruito un muro di fortificazione, che è stato esposto per una lunghezza di 10 m a nord e 30 m a sud. Le sue fondamenta in pietra furono posate sui muri rasati della fase precedente. La larghezza originaria di questa struttura non può essere determinata a causa dell'erosione del pendio del tell che la ha interessata. L'estensione massima portata alla luce è di 2.40 m. Il pendio sottostante il muro fu rinforzato con un glacis in mattoni crudi. In una sottofase successiva il filare più interno dei mattoni del muro fu rimosso per agevolare l'aggancio dei muri laterali di un edificio domestico. Nell'età del Ferro I sui resti livellati degli edifici del Bronzo Tardo fu edificato un muro di fortificazione a doppia cortina, che è stato esposto per una lunghezza di 9 metri nella parte settentrionale dell'area e per altri 10 m in quella meridionale. Il muro era largo 1.80 m ed è probabile che il sistema difensivo del fianco orientale dell'acropoli nel Ferro I fosse stato concepito con un sistema a casematte. Successivamente, nuove unità abitative furono edificate, ma non ci sono tracce, forse a causa dell'erosione del fianco dell'acropoli, che le unità domestiche fossero collegate a un sistema difensivo in questa fase più avanzata dell'età del Ferro I.